
It’s a fabulous ride
E oggi son due anni.
Mi piaceva l’idea di fermarmi e ricordarti. Mi piace farlo qui dove passavi spesso.
Certo non al cimitero.
Non amo i cimiteri, soprattutto come luogo dove ricordare i propri cari.
Se devo pensare a te certo non lo faccio guardando verso il basso, lo faccio guardando verso l’alto, verso il cielo azzurro di questi giorni e il verde intenso dei boschi. Verso il sorriso dei miei figli, i palazzi alti ed eleganti di Salisburgo. Cosa non potrebbe ricordarmi l’Austria se non te e il nonno? La divisa del bisnonno da capostazione sotto l’impero austriaco, i tuoi viaggi a Parigi con lui.
Come potrei ricordarti guardando un lenzuolo di terra fra due sconosciuti? Lo faccio guardando uno a uno i tuoi libri preferiti nella biblioteca a casa di papà , sfogliandoli e trovando ancora gli angoli di alcune pagine piegati. Lo faccio ogni giorno nelle cose che dico, nei modi di dire che ho preso da te.
E’ incredibile come tu sia presente in tante cose, come tu sia ancora immensamente con me. Nella donna che sono, nella pelle liscia e vellutata di Carlo, nelle notizie sul giornale.
Ma non nego che mi manchi, mi manchi ancora tanto. Quando ho bisogno di essere rassicurata, di parlare con qualcuno che mi sappia ascoltare, che sappia dire la parola giusta al momento giusto. Essere coccolata solo come le cure materne sanno fare.
Stasera non son brava con le parole, e io e te sapevamo comunicare benissimo anche in silenzio. Quindi ci siamo capite, giusto?
Bene, vado a cercare l’app dei dinosauri come promesso al grande. Notte.

